Fobia Sociale Treviso - Donna al Buio alla Finestra

Fobia Sociale: Superare e Gestire Ansia Sociale

Fobia Sociale: Superare e Gestire Ansia Sociale

Fobia Sociale Treviso - Donna al Buio alla Finestra

Disturbo ansia sociale: di cosa si tratta?

Fobia sociale: parliamo qui di un disturbo sempre più diffuso, fortemente correlato alla quotidiana esposizione al giudizio altrui. È proprio il giudizio altrui a scatenare ansia, purtroppo, però, è inevitabile perché viviamo all’interno di un ambiente sociale in cui questa dinamica è parte del nostro tessuto sociale.

Fobia Sociale Treviso - Illustrazione Uomo Indicato da Molte Mani

Questo è un fatto. A seconda di quanto è complessa la nostra rete di rapporti interpersonali e da quanto siamo esposti (per esempio se ricopriamo una carica pubblica o un ruolo importante), ciascuno di noi, in varia misura, pone una certa attenzione a cosa viene percepito di sé dagli altri.

Ed è proprio il pensiero di come gli altri ci percepiscono o ci giudicano a far scattare un certo livello di ansia sociale, di preoccupazione e persino di ansia anticipatoria, ingredienti immancabili di molti appuntamenti della nostra esistenza. Potremmo ricordarci di quella volta che abbiamo dovuto sostenere un esame particolarmente importante, o quando abbiamo presentato un progetto, come responsabili, davanti a un numero imprecisato di persone: il solo pensiero scatena una piccola ansia in chiunque, un senso di inadeguatezza che ci pervade e ci fa vivere male quel preciso momento.

Questi e infiniti altri esempi rappresentano quello che affrontiamo ogni giorno: mostriamo parti di noi, a volte delicate e intime, a persone che le possono usare per trarre delle conclusioni, forse anche a nostro discapito. Non c'è quindi da stupirsi se, al giorno d'oggi, i disturbi sociali sono così diffusi e se, almeno una volta nella vita, ciascuno di noi possa aver vissuto una situazione anche solo simile.

Nel nostro Studio WeS - Psicologia e Psicoterapia Treviso, utilizziamo diverse metodologie, per affrontare fobia sociale insieme ai nostri pazienti. Superare la fobia sociale e gestire l’impatto del giudizio degli altri nelle nostre vite, è qualcosa di cui ci occupiamo quotidianamente.

Perché conta l'opinione degli altri?

Ma veniamo al cuore del discorso: perché è importante, così importante, come gli altri ci vedono e l'opinione che si creano su di noi?

Istintivamente sentiamo che proprio dall'opinione altrui dipende il nostro grado di accettabilità per un determinato gruppo, e l'appartenenza è uno dei bisogni fondamentali: non possiamo permetterci il lusso di metterla a repentaglio.

Questa visione trasforma facilmente qualsiasi esposizione in una sorta di esame e, come se questo non bastasse, in un esame in cui la posta in gioco è molto alta. Da qui scaturiscono una serie di paure e ansia di diversa intensità che ci accompagnano lungo le nostre giornate.

La fobia sociale, che oggi troviamo nel DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) classificata come ansia sociale, rientra nell'articolata rosa dei disturbi d'ansia. Come tutti i disturbi d'ansia anche l'ansia sociale è caratterizzata da circoli viziosi che si autoalimentano.

La relazione tra fobia sociale e disturbi d'ansia

Fobia Sociale Treviso - Illustrazione Donna Nervosa tra Persone che Sparlano

Facciamo un passo indietro e soffermiamoci per un attimo su quanto appena detto. Rileggendo le frasi precedenti, potrebbe sorgere una domanda: tutti noi, nessuno escluso, soffriamo di ansia sociale o di fobia sociale? Non necessariamente.

Quello che vogliamo sottolineare è che un certo grado di attivazione ansiosa davanti a un'esposizione, anche banale come una festa, è spesso inevitabile, indipendentemente dal temperamento e dal carattere.

Ciò che invece cambia, da persona a persona, è l'intensità o pervasività di questa reazione: si passa da un livello accettabile, che non ostacola la vita sociale, a una condizione assai più debilitante che si trasforma ben presto in un vero e proprio disturbo da ansia sociale che deve essere opportunamente trattato.

L'evitamento

Ma perché questa fobia sociale merita una consulenza psicologica ad hoc? Il problema alla base non è solo il disagio che si prova per via dell'ansia, bensì la difesa che istintivamente si attiva nel corpo, e stiamo parlando della difesa numero uno in natura, una difesa semplice, immediata ed efficace: l'evitamento.

Per quanto efficace, questa difesa ha un costo elevatissimo, soprattutto se pensiamo a come essa si riflette nella vita di tutti i giorni. Per esempio, si può decidere di non andare ad una festa che causa ansia, così come si può delegare un compito reputato particolarmente gravoso; ma così facendo stiamo inevitabilmente rendendo più minaccioso e importante ciò che ci spaventa. Questo significa che la volta successiva saremo ancora più in difficoltà.

A questo si aggiunge un ulteriore problema: continuando a evitare i momenti o gli aspetti caratterizzati da ansia sociale, si finisce per escludere aree sempre maggiori della nostra esistenza, arrivando addirittura ad avere la stringente e spiacevole sensazione di aver fatto terra bruciata intorno, o di aver bloccato la nostra naturale spinta alla crescita personale.

Invece di evitarle, dovremmo trovare il modo di affrontare e superare la fobia sociale, ovviamente con l'aiuto di metodologie mirate e di uno psicologo psicoterapeuta esperto in tale ambito.

Disturbo sociale e ansia anticipatoria: l'esempio della festa

Fobia Sociale Treviso - Illustrazione Uomo Solo a una Festa

Torniamo all'esempio della festa che ci ha messo in crisi fino a causare un disturbo di ansia sociale. Poniamo il caso che decidiamo di partecipare alla festa, un po' perché, sotto sotto, ne abbiamo voglia e un po' perché vogliamo evitare di creare terra bruciata intorno a noi.

Nonostante la nostra decisione, sappiamo benissimo che non sarà facile. Ecco allora che iniziamo a immaginarci in situazioni imbarazzanti: temiamo di fare almeno una gaffe, di arrossire, o che le persone si accorgano della nostra goffaggine, di quanto ci agitiamo e di quanto sudiamo a causa della timidezza e fobia sociale. Passiamo poi a scenari anche peggiori, immaginando di andare incontro a disturbi gastro-intestinali talmente forti e difficilmente gestibili da attirare l'attenzione di tutti i partecipanti.

Insomma: passiamo in rassegna tutti i possibili scenari, anche quelli più terribili nonché remoti, ma nonostante tutto rimaniamo fermi sulla nostra decisione: andiamo comunque alla festa.

Quando usciamo di casa scopriamo, nostro malgrado, che siamo accompagnati dall'ansia anticipatoria, in altri termini la paura per ciò che potrebbe accadere. Quest'ansia ci accompagnerà in ogni momento come un amico antipatico e critico. Risultato? Arriviamo alla festa già sudati, ad esempio, a causa della fobia sociale, e dei suoi meccanismi. Per nascondere l'eccessivo sudore causato dall'ansia, decidiamo di non toglierci la giacca o il maglione.

Per quanto possa sembrare un'ottima decisione, non abbiamo considerato che così facendo avremo di certo caldo e questo ci farà continuare a sudare, attirando ancora di più l'attenzione altrui, che è esattamente ciò che non desideriamo! Ecco il circolo vizioso: l'idea di attirare l'attenzione perché sudiamo ci farà andare ancora più in tensione, con un conseguente aumento della manifestazione ansiosa, del sudore o del rossore. Imbarazzo totale.

Il risultato di questo circolo vizioso è il sentirci vicino ad un epilogo che, quando soffriamo di ansia sociale, rappresenta la catastrofe ultima: la disapprovazione altrui, la derisione e la non accettazione. Ecco perché l’emozione che funziona come campanello d’allarme in questi casi è la vergogna.

Come curare la fobia sociale con l'aiuto di psicologi psicoterapeuti

Molti autori tendono a specificare che la vergogna è, sì, centrale, in questo particolare quadro ansioso ma, volendo essere precisi, sarebbe meglio parlare di meta-vergogna, cioè vergognarsi della propria vergogna, o meglio delle sue manifestazioni. In altre parole, il punto più delicato è provare vergogna perché gli altri vedono, attraverso il sudore, l'imbarazzo, l'arrossamento o altri segnali, che mi sto vergognando.

Considerando il circolo vizioso e tutte le terribili conseguenze che si potrebbero affrontare partecipando a una semplice festa, la domanda sorge spontanea: ma è proprio necessario andarci? È legittimo, a questo punto, chiedersi se andarci, e quindi "evitare l'evitamento", sia più utile e non controproducente.

Partecipare o meno a una festa è ovviamente un semplice esempio, che però ben declina i dubbi e le remore che si vivono quando si è soggetti a fobia sociale: ciò che per altri è semplice o solo leggermente complicato, per noi diventa un ostacolo insormontabile. Ecco perché è importante affrontare e superare la fobia sociale, ricorrendo a un approccio psicoterapeutico basato proprio sulla rottura del circolo vizioso che la caratterizza.

Il punto focale non è se sia utile o meno andare alla festa, ma vivere questa esperienza come un modo per allenarsi, piano piano, a dare una minore importanza a ciò che gli altri pensano di noi. Decidere di prendere parte alla festa è comprendere che, nonostante l'imbarazzo, il rossore e le eventuali gaffe, la nostra vita sociale non subirà un contraccolpo di proporzioni epiche come l'ansia invece tende a suggerirci.

Ridimensionare le situazioni e il giudizio degli altri, questo è ciò su cui è importante lavorare: sembrano cose facili a dirsi, ma difficili a farsi, spesso. Da soli, è ovviamente complesso comprendere da dove partire. Nello Studio WeS Psicologi e Psicoterapeuti Treviso, con la nostra esperienza clinica e con le diverse metodologie che conosciamo, possiamo occuparci efficacemente della fobia sociale.

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