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Nella visione di Siegel una potente metafora del rapporto tra differenze e integrazione

grazie a july...
Tra le note difese primordiali (tralasciando per questa volta il rimanere bloccati o lo svenimento) spesso siamo più propensi a scegliere la fuga piuttosto che l’attacco.
C’è da dire però che in natura la fuga funziona solo in una sola, unica, situazione: se sei significativamente più veloce della minaccia.
Un gatto sa per esempio che se è relativamente vicino ad un cane minaccioso, l’unica reale chance di sopravvivenza è affrontarlo. Non appena decidesse di scappare, nel cane scatterebbe l’interruttore della predazione, quel programma biologico che lo porta a inseguire la preda che fugge. Così nei noti consigli al malcapitato escursionista che si dovesse imbattere in un orso, c’è la famosa indicazione di non fuggire a gambe levate se la distanza fosse ravvicinata: la fuga provoca la predazione.
Ora, orsi a parte, sono molte le situazioni della vita in cui pensiamo di poter risolvere con la sopravvalutata fuga, ma non funziona quasi mai perché non siamo più veloci del mal di denti, della gastroscopia che rimandiamo da sei mesi, della tesi di laurea che ci aspetta o dell’attacco di panico che ci coglie all’improvviso. E Dio solo sa quanto vorremmo essere più veloci dell’attacco di panico per sfuggirgli una volta per tutte.
E se per una volta facessimo come quel gatto che affronta il cane minaccioso?
grazie a properzio
[…]
Tutto è una sola strada tra un milione (un camino entre cantidades
de caminos).
Quindi devi sempre tenere a mente che una strada è solo una
strada;
se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione.
Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre
una vita disciplinata.
Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada,
e che non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare
se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare.
Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero
dalla paura o dall'ambizione.
Ti avverto.
Guarda ogni strada attentamente e deliberatamente.
Mettila alla prova tutte le volte che lo ritieni necessario.
Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda.
[…] Il mio benefattore me la ha detta una volta quando
ero giovane,
e il mio sangue era troppo vigoroso perché la comprendessi.
Ora la comprendo.
Ti dirò che cosa è: Questa strada ha un cuore?
Tutte le
strade sono uguali; non portano da nessuna parte.
Sono strade che passano
attraverso alla boscaglia o che vanno nella boscaglia.
Nella mia vita posso
dire di aver percorso strade lunghe,
molto lunghe, ma io non sono da nessuna parte.
La domanda del mio benefattore ha adesso un significato.
Questa strada ha un cuore?
Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha, non
serve a niente.
Entrambe le strade non portano da nessuna parte: ma una
ha un cuore e l'altra no.
Una porta a un viaggio lieto; finché la segui sei
una sola cosa con essa.
L'altra ti farà maledire la tua vita.
Una ti rende
forte; l'altra ti indebolisce".
[…]
"Gli insegnamenti di Don Juan" – Carlos Castaneda