Problemi di Autostima Treviso - Uomo che si Abbraccia

Problemi di Autostima: una Questione di Consapevolezza

Problemi di Autostima: una Questione di Consapevolezza

Problemi di Autostima Treviso - Uomo che si Abbraccia

Accrescere autostima: da dove iniziare?

Problemi di autostima: uno scoglio per tantissime persone. Tecnicamente, su insicurezza e poca autostima potremmo scrivere a lungo, ma qui vorremmo cercare di chiarire un concetto frequentemente frainteso. Probabilmente, molte persone digitano in Google "autostima psicologia", per trovare metodi brevi ed efficaci con cui accrescere la propria autostima. Spesso, si crede, infatti, che sia necessario eliminare l'insicurezza personale, che questo sia possibile diventando "forti" (ignorando che l’essere “forti” è una sovrastruttura rischiosa), al fine di raggiungere, così, gli obiettivi prefissati.

Ma siamo sicuri che il desiderio di aumentare l'autostima muova da premesse corrette?

Se si crede di avere bassa autostima, di aver subito una perdita di autostima, o semplicemente di soffrire di insicurezza psicologica, giova seguire il ragionamento di uno psicologo psicoterapeuta. Noi dello Studio WeS - Psicologia e Psicoterapia Treviso cercheremo di trovare insieme le risposte cercate ai problemi di autostima.

Cos'è l'autostima?

L’autostima è una necessità umana fondamentale che, se proficuamente soddisfatta, si sostanzia nel sentire con serenità di essere adeguati alla vita e alle sue richieste.

Avere o meno una buona autostima è importante per gli animali (e lo sa bene chi lavora con loro), ma è essenziale per l’essere umano: passa, infatti, la differenza tra un’esistenza affrontata con fiducia ed equilibrio, nel raggiungimento del proprio benessere, e una vita difficile, in costante salita e probabilmente in auto boicottaggio.

Ma cos'è l'autostima? È sostanzialmente un giudizio, quindi una valutazione che una persona fa di sé. Più correttamente, è un insieme di pensieri relativi al proprio valore generale e in ambiti specifici (come mi stimo, cioè mi auto-valuto, fisicamente, nei rapporti sociali, al lavoro, negli studi, in famiglia e così via).

Quindi, l’autostima è un processo di auto-osservazione, emozionale e cognitivo, è una costruzione in divenire che risente dell’originario "sguardo dell’Altro" e che può essere edificata, rafforzata, equilibrata, anche da adulti.

Essendo la considerazione che l’individuo ha di sé, può essere negativa o positiva ma anche falsamente positiva: tutte le esagerazioni, le grandiosità, le sottolineature inopportune, le "messe in mostra", insomma, tutto ciò che ci appare come troppa autostima o che addirittura si ammira, come fosse grande autostima, è espressione, al contrario, di un’autovalutazione negativa benché mascherata.

Problemi di Autostima Treviso - Illustrazione Donna che si Valuta Negativamente, Uomo che si Valuta Positivamente

Come dare dunque all'autostima un significato che non ci confonda, ma che fornisca davvero senso al rapporto tra insicurezza e autostima? In poche parole, che cos'è l'autostima buona?

Consapevolezza: osservarsi per migliorare l'autostima bassa

Per cercare di chiarire l'aspetto dell'autostima buona, è importante partire dal concetto di consapevolezza, perché una chiara auto-valutazione non può prescindere dalla comprensione profonda di sé, negli aspetti affettivi (emozioni e sentimenti), cognitivi (pensieri) e relativi le sensazioni (corpo).

Diventare consapevoli è un aspetto evolutivo, il cammino che ogni essere umano compie dalla nascita alla maturità di pensiero. Ma è anche qualcosa di molto più profondo.

Anche solo considerando il processo di crescita, è intuibile come la consapevolezza risenta di molteplici variabili: dall'organismo di cui siamo dotati in partenza, all’ambiente familiare, alla cultura specifica di appartenenza, fino agli input "globali", ormai disponibili sempre più precocemente.

La verità, tutta la verità sulla consapevolezza

Problemi di Autostima Treviso - Illustrazione Uomo Triste

Ci viene quasi automatico pensare che, una volta giunti alla maturazione della formazione, ci possiamo definire tutti mediamente consapevoli.

Ci dispiace rovinare la festa: non è proprio così. La verità è che, anche da adulti, spesso non prestiamo attenzione al nostro corpo e ai suoi messaggi, non sappiamo riconoscere le nostre emozioni, non sappiamo dare loro un nome né comprendere la loro fondamentale funzione nella nostra vita. Non riusciamo neppure a distinguere se un dato pensiero sia personale oppure acquisito, e da chi, né siamo veramente in grado di avere un’autentica opinione su di esso e sui valori che informano il nostro agire (che, pertanto, frequentemente è un "reagire").

La consapevolezza è gerarchicamente sopra a tutto ciò che siamo e siamo diventati: è un "pieno" armonizzato (non solo informazione e conoscenza), è un sentire "pulito", rappresenta l’interiorizzazione profonda e coerente del nostro sapere identitario.

"Sono chi vorrei essere": il segreto per rafforzare autostima

Si può capire, quindi, come la mancanza di consapevolezza sia un ostacolo al migliorare autostima.

Una buona stima di sé, l'abbiamo detto da subito, è un bisogno fondamentale dell’essere umano: se non siamo veramente consapevoli di ciò che è, ossia un bisogno e per di più fondamentale, non possiamo comprendere le implicazioni che può avere il tralasciarlo. Si potrebbe obiettare che un bisogno si fa sentire, tanto più se insoddisfatto, e che, quindi, sia impossibile non avvertirlo. Purtroppo, è comune giungere a pensare che “si è fatti così”, fino a considerare la sofferenza un’abitudine, persino un aspetto di sé, per alcuni addirittura “un destino”. Accadrà, così, che ci consegneremo "agli altri", ritenendo che l’autostima sia un saliscendi instabile dipendente dall’esterno o riterremo di poterla manipolare con esercizi di fronte allo specchio, serenate da incantatori di serpenti. Così facendo, è anche probabile che soffriremo di problemi relazionali o di fobia sociale.

Ecco dove si annida, in realtà, il vissuto di scarsa autostima o addirittura di mancanza di autostima: nella scarsa o addirittura assente attenzione ad un bisogno fondamentale della vita.

Molto intrecciata ad esso, l'autostima è tuttavia qualcosa di diverso dal concetto di Sé, che fa riferimento più alla conoscenza dei molteplici elementi che un individuo considera per descriversi (le "caratteristiche" di un individuo, ad esempio il nome, il genere, l’altezza, il peso, il colore dei capelli, il ruolo sociale, il lavoro svolto, la nazionalità e così via).

Reale vs Ideale

L’autostima sostanzialmente è la risonanza emotiva agli aspetti che la persona considera nel definirsi, e la buona autostima discende dall’accogliente consapevolezza della persona nel suo complesso: delle proprie possibilità innate (non sempre sperimentate), del proprio peculiare talento (frequentemente sconosciuto), della propria storia di relazione con l’ambiente (fisico, educativo, sociale, culturale, con tutte le relative influenze nella nostra formazione), delle aspettative (che hanno forgiato l’ideale, nostro target frequentemente involontario) e della loro fonte, dei nostri valori (che possono limitare o autorizzare), dei nostri sentimenti, delle nostre effettive competenze, in rapporto a un obiettivo (non di rado squalificate o sopravvalutate), e del nostro pensiero.

Almeno per gli storici degli studi, la misura positiva o negativa del valore che ci attribuiamo sarebbe rappresentata dalla vicinanza o distanza tra il nostro sé reale (ciò che oggettivamente siamo) e quello ideale (ossia ciò che aspiriamo a essere). L’individuo tende a percepire una soddisfacente stima di sé quanto più riesce a dirsi: "Sono proprio la persona che vorrei essere".

La discrepanza tra il reale e l'ideale provoca molto spesso in noi un forte stress e, di conseguenza, ciò che molti definiscono insicurezza emotiva: se non affrontiamo questo punto focale, continuiamo in loop a costruirci per la bassa autostima cause che, probabilmente, sono solo conseguenze di ciò che sta più a monte. E sarà poco fruttuoso, spesso temporaneo, talvolta persino dannoso, cercare per aumentare l'autostima consigli pratici: il lavoro è più articolato e profondo e, prima di risolvere i problemi di autostima, è importante la comprensione del concetto.

Le dimensioni della percezione di sé

Due dimensioni, tra loro interagenti, stanno alla base del nostro concetto: il piacersi e il percepirsi capaci.

La prima ha origine sociale e natura affettiva: riguarda l’essersi già percepiti ed il viversi, accolti, accettati, incoraggiati; spinge alla ricerca dello sguardo approvante (gli altri si accorgono di me e mi apprezzano ma possono anche ignorarmi, considerarmi inadeguato o addirittura non accettabile).

La seconda ha natura cognitiva e si riferisce alla percezione di sé come capace di raggiungere i propri obiettivi, nella considerazione che il proprio impegno sia efficace (sento di avere controllo su ciò che faccio, mi attendo di avere successo grazie al mio attivarmi: ci provo, ce la faccio).

La prima dimensione sostiene la seconda, nel bene e nel male. Sono però valutazioni di fatti percepiti, che permettono quindi la focalizzazione sulle esperienze apprezzabili di accettazione e realizzazioni, anziché selezionare rifiuti ed insuccessi.

Parimenti è importante non vincolare la stima che si ha di sé al raggiungimento di un risultato perché, in aree importanti della propria vita, ciò predispone a possibili rovinose deflessioni. La conseguenza di tale strategia sarà un’autostima instabile che inevitabilmente condurrà al confronto sociale.

Il vero senso del lavoro sull'autostima

Problemi di Autostima Treviso  - Illustrazione Donna che si Abbraccia

"Perché hai bisogno di stima? La stima è perché vuoi essere al di sopra di qualcun altro, continuamente. Sfortunatamente, i nostri sistemi educativi sono fatti così fin dall’asilo. Chi è primo, chi è secondo, chi è terzo. Tu vuoi essere il primo. Quindi il tuo senso di felicità esiste solo quando tutti fanno peggio di te."

Queste le parole del mistico indiano Sadhguru. Alzi la mano chi si riconosce in questa gara continua, che termina quasi sempre nel sentire di avere problemi di autostima.

La questione, naturalmente, si estenderebbe a come è impostata tutta la nostra esistenza e non è questa la sede, però crediamo valga la pena di farci una riflessione.

Il lavoro vero non sarà aumentare la propria autostima per superare gli altri, ma curare in modo corretto il giardino della nostra persona, affinché si possa essere semplicemente contenti di ciò che si è, nell’apprezzamento dell’altro per ciò che è.

Il confronto non può che renderci sempre più vulnerabili ad un appiattimento esistenziale, perché sarà qualcun altro a definire la nostra persona e indirizzare la nostra vita. Invece, è possibile imparare a essere persone degne d’amore, in grado di amare.

Problemi di Autostima: affidarsi ai terapeuti esperti dello Studio WeS

Se vuoi lavorare sull'autostima, se vuoi comprendere cosa significhi realmente superare l'insicurezza, ma, soprattutto, se vuoi accrescere la consapevolezza che hai di te stesso, i cui vuoti e fraintendimenti scambi per poca autostima e insicurezza, già essere arrivato alla fine di questa pagina è un ottimo segnale che sei disposto ad affrontare un lavoro importante.

Tra le diverse metodologie che utilizziamo nello Studio WeS - Psicologia e Psicoterapia Treviso, esiste un approccio psicoterapeutico più adatto al tuo caso e alla tua persona. I problemi autostima possono essere risolti, è sufficiente volerlo e affidarsi a psicologi e psicoterapeuti che ti sappiano accompagnare lungo questo percorso terapeutico.

La nostra consulenza psicologica non rimane solo nell'ambito della mancanza autostima, ma ci occupiamo di una serie di problemi, definibili ambiti di intervento, che, se trascurati, possono influenzare pesantemente la vita quotidiana di ognuno di noi.

Se prima di iniziare un eventuale percorso desideri ricevere maggiori informazioni, è possibile fissare un primo appuntamento conoscitivo, che trattiamo, per questo, gratuitamente. Se ti fa piacere, contattaci.

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